infanzia
Giovanni Carlone (Nino) nasce a Caresana (Vercelli) il 15 settembre del 1922, secondogenito di Luigi Carlone e Rosa Travostino: ha già un fratello maggiore, Agostino (Tino), e dopo pochi anni arriveranno Teresina e Mario. Nino racconterà l’infanzia nel paese – forse il periodo più sereno della sua vita – nel suo primo libro, pubblicato nel 1981: Al me paìs.
Il papà Luigi (Lüisin) è un abile falegname, che lavora in proprio con l’aiuto di alcuni garzoni; la famiglia vive in una bella casa con annessa bottega. Ma sopraggiunge la crisi del Ventinove: il lavoro scarseggia e infine manca completamente; Luigi emigra per circa un anno in Argentina, ma infine ritorna, svende casa e bottega, e la famiglia si trasferisce a Vercelli.
La figura e le vicissitudini del padre, molto amato ma anche temuto per il suo carattere severo, ispirano un secondo libro, Par la lea, che Nino pubblicherà nel 1982.
giovinezza
A Vercelli, Nino e i suoi fratelli crescono e vanno a scuola; il padre intanto accetta qualunque lavoro pur di sfamare la famiglia, e la mamma riesce miracolosamente a far quadrare i conti. Presto anche i due ragazzi più grandi vanno a lavorare; Nino, meno robusto del fratello, trova impiego come commesso e fattorino, ma continua a studiare: per un poco in Seminario, poi alle scuole serali.
Scoppia la guerra; Nino trova particolarmente dura la vita in caserma, dove superiori ignoranti e grossolani prendono presto di mira uno “studentello” gracile come lui. Fortunatamente, viene congedato anzitempo per le sue condizioni di salute molto critiche. Subito riprende a lavorare di giorno e a studiare di sera; trova impiego in un ufficio, dove resterà per sette anni. Dai ricordi di questo periodo della sua vita Nino trarrà spunti per un terzo libro, non strettamente autobiografico: Masnà, pubblicato nel 1988.
età adulta
Nino incontra Anna Rosso, e se ne innamora; nel 1950 si sposano, e l’anno seguente nasce la loro prima figlia, Daniela. Nel frattempo ha conseguito il diploma magistrale e inizia la carriera di maestro elementare. Nascono successivamente Laura (1954) e Mariagrazia (1959).
Alla morte della mamma (1975) vengono ritrovate le molte lettere da lei scambiate con il marito nel periodo in cui egli era emigrato in Argentina: leggendole, di colpo Nino rivive quel periodo e sente il bisogno di scriverne. Nasce così Al me paìs: scritto con naturalezza in dialetto caresanese, la sua vera lingua madre, e successivamente “tradotto” in vercellese e riscritto in italiano. Anche per i libri successivi (tra cui Ancuntressi, ispirato alla figura del nonno materno; 2002, inedito) Nino utilizza il dialetto della città di adozione, che conosce ormai abbastanza bene per poterne redigere, insieme all’amico Dino Serazzi, un Vocabolario (1997).
ultimi anni
Nino Carlone ha potuto dedicarsi alla scrittura soprattutto dopo il pensionamento, ma per tutta la vita ha composto poesie, pensieri, piccoli racconti, spesso dedicati ai suoi cari e, in ultimo, alla nipotina Eleonora.
E’ mancato il 4 febbraio del 2006.